domenica 18 settembre 2016

Perché anche fare l'amore è una forma d'arte.

Avevamo fatto l'amore quella sera. Senza se e senza ma, senza averlo programmato. Questo accade forse quando la voglia di stringersi supera la stanchezza e l'assopirsi di fronte ad un cuscino che ti richiama come se fosse una calamita. Eravamo piuttosto stanchi ma felici, dopo aver passato una normalissima serata tra amici, felici di essere ancora insieme, lì, sotto le coperte, pelle contro pelle. Fuori non c'era il classico cielo tappezzato di stelle a coprire i nostri sogni, ma un cielo buio e nuvoloso, come se quei nuvoloni grigi fossero lì a fare da tetto a una notte lunga e intensa. Le mie mani erano scivolate lungo la sua schiena fino ad arrivare al suo collo, il luogo preferito dalle mie frenetiche dita; e lui mi aveva stretto a sé come se fossi la cosa più preziosa del mondo. Le sue braccia avevano incatenato le mie, le nostre mani si erano cercate, desiderate, sfiorate e accettate; le nostre gambe si erano aggrovigliate fino a formare nel complesso un puzzle completo; ogni pezzo sembrava incastrarsi alla perfezione, come se quella sera tutto potesse tornare al proprio posto. Un po' come quando guardi un quadro di Magritte e non riesci a capire perché in quella figura lui ci racchiuda un mondo intero. Allo stesso modo io non riesco a spiegarmi come sia possibile guardare due corpi intrecciarsi fino a formare sagome indefinite eppure così belle. E non è forse proprio questo lo scopo dell'arte? Mostrare qualcosa e infonderne la bellezza, la profondità. Quella sera noi eravamo come l'arte. La pioggia aveva cominciato a picchiettare sull'asfalto, sulle finestre, e con fare sempre più insistente, anche sul tetto. Ma non era fastidioso, era semplicemente il suono più bello che potessimo ascoltare mentre ci stringevamo in un abbraccio così infinito. I nostri respiri si confondevano nella stanza grande e vuota, mescolandosi al suono dolce della pioggia. E poi sapete come vanno le cose, no? Ci si stringe, sempre più forte, ci si annusa, mani fra i capelli, occhi dentro occhi nonostante il buio così buio ma rassicurante, come quando percorri una strada che conosci fin troppo bene ma hai gli occhi bendati: i suoi li conoscevo fin troppo bene, non avrei mai potuto perdermi, avrei sempre ritrovato la strada. E poi abbiamo fatto l'amore, con la stessa passione e la stessa voglia della prima volta. Abbiamo fatto l'amore perché il desiderio di appartenerci, di sentirci l'uno dell'altra, era più forte di qualsiasi altra cosa...anche del rumore incessante della pioggia.

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